Il ruolo delle prove video nei procedimenti disciplinari nelle forze di polizia

Tuttavia, è importante notare che le norme che riguardano l'utilizzo delle prove acquisite in modo illegittimo si applicano principalmente nei processi penali, non nei procedimenti disciplinari interni promossi dall'amministrazione pubblica contro i propri dipendenti.

Nel caso specifico di un sovrintendente della polizia penitenziaria sanzionato per mancata supervisione, il Consiglio di Stato ha chiarito che le garanzie legali europee e internazionali riguardanti le prove illegali non si estendono ai procedimenti disciplinari interni. Mentre il processo penale mira a stabilire colpe che minacciano la libertà personale, il procedimento disciplinare cerca di verificare i fatti nella loro interezza, garantendo il contraddittorio e il coinvolgimento dell'accusato.

Nel caso in esame, la registrazione delle attività è risultata fondamentale nel processo decisionale dell'amministrazione. Nonostante le contestazioni riguardo all'utilizzo delle registrazioni, l'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha respinto le obiezioni, sottolineando che le registrazioni di eventi critici sono essenziali per la sicurezza degli istituti penitenziari. Ed ha anche chiarito che le norme sull'inutilizzabilità delle prove acquisite illegalmente si applicano solo ai processi penali, non ai procedimenti disciplinari interni. Nel contesto lavorativo delle forze di polizia, l'importanza di un'indagine completa e di un uso appropriato delle registrazioni è fondamentale per garantire l'ordine e la credibilità delle istituzioni.

In conclusione, il caso evidenzia le sfide che le autorità carcerarie affrontano nel bilanciare la sicurezza interna con il rispetto dei diritti dei lavoratori. La distinzione tra prove nel processo penale e nel procedimento disciplinare sottolinea la diversa natura e finalità di tali sistemi, richiedendo un esame rigoroso da parte delle autorità competenti (Cons. Stato., sez. I, par., 8 aprile 2024, n. 454).